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Cosa succede alla RSA?
Molti cittadini mi hanno scritto in queste settimane chiedendo aggiornamenti sulla RSA di via Adamello il cui cantiere è fermo ormai da molto. Nelle ultime settimane si sono susseguite notizie circa il cambio dell’operatore o la possibile vendita del contratto che prevede la realizzazione e gestione della struttura. Di seguito provo a spiegare cosa sta davvero succedendo.
Durante i mesi estivi Sereni Orizzonti, l’operatore che ha vinto la gara e che ha cominciato i lavori, ci ha comunicato, a seguito della pandemia, una serie difficoltà a livello economico nel procedere con i cantieri in corso. Tra questi anche quello di Cornaredo che si sarebbe dovuto concludere questa estate. Il motivo evidente è che la pandemia ha messo a dura prova tutto il settore delle RSA, in difficoltà a causa dei numerosi decessi registrati nelle strutture e dell’impossibilità di inserire nuovi utenti visto il blocco degli ingressi. L’operatore ci aveva anche comunicato di essere in attesa di ristori da Stato e Regione che potessero permettere di rientrare delle minori entrate e di essere in fase di valutazione circa la possibilità di cedere il contratto a un altro soggetto.
Dal mese di settembre abbiamo scritto più volte all’operatore per avere aggiornamenti sulla ripresa dei lavori e sul nuovo cronoprogramma, formalmente e informalmente, fino ad arrivare nel mese di dicembre all’invio di un atto di diffida ad adempiere dove abbiamo intimato a Sereni Orizzonti, supportati dal nostro legale, la ripresa dei lavori. A seguito di questa comunicazione l’operatore ci ha chiesto un incontro prima della fine dell’anno comunicandoci in quella sede di aver firmato un contratto preliminare con altra società e chiedendo la proroga della convenzione per 3 anni a causa della pandemia.
Abbiamo risposto formalmente a questa richiesta dichiarandoci disponibili a una proroga fino al 31 dicembre 2022, approvata due settimane fa dal Consiglio comunale, chiedendo al futuro acquirente un atto di impegno a rispettare le condizioni presenti nella convenzione firmata precedentemente con Sereni Orizzonti relativamente a tariffe per i residenti e assunzioni, garanzie economiche e una dichiarazione di possedere gli stessi requisiti del precedente operatore. Queste richieste non derivano dal fatto che un’Amministrazione comunale possa autorizzare o meno la cessione di un contratto se già previsto in convenzione ma dalla necessità di tutelare la nostra comunità che attende questo progetto da anni.
La ditta indicata quale futura acquirente è EDOS. Si tratta di un operatore che lavora da molti anni nel settore delle case di riposo, ne gestisce 17 in 5 Regioni di cui 3 a Milano per un totale complessivo di 1.374 posti letto. Come detto verrà realizzato lo stesso progetto e alle stesse condizioni.
E’ inutile nasconderlo, non sono i tempi che avevamo sperato per vedere realizzato il sogno di una casa di riposo nel nostro Comune. Amministrare però a volte non ti permette di scegliere la tempistica dei progetti su cui Giunta e uffici lavorano con tanto impegno ed è, inutile dire che questa pandemia non potevamo proprio prevederla. Il percorso che prevede la proroga della convenzione è sicuramente quello più breve per realizzare finalmente una RSA a Cornaredo per questo rimaniamo ottimisti nel vederla presto realizzata.
Una RSA sì, ma accessibile a tutti e in sintonia col nostro territorio
Anche due anni fa la precedente amministrazione comunale ha provato a individuare un operatore interessato alla costruzione di una RSA da 100-120 posti, da ubicare nell’area di via Adamello a San Pietro all’Olmo. L’unico operatore che ha risposto alla richiesta non ha però presentato un progetto rispondente a quanto richiesto dall’Amministrazione, ma uno che prevedeva una RSA da 80 posti e un borgo assistito comprensivo di mini alloggi protetti e di un borgo residenziale. Un progetto però è utile leggerlo nei numeri, visto che – chi ha un parente in una RSA lo sa bene – una variabile importante sono le tariffe previste per i nostri anziani. Ed è proprio questo il nodo su cui ci siamo trovati in disaccordo già un anno fa, quando l’amministrazione del sindaco Bassani ha presentato il progetto in Consiglio comunale: il progetto infatti prevedeva una tariffa superiore ai 2.400 euro mensili IVA inclusa (con incremento indice ISTAT di anno in anno), senza agevolazioni significative per chi risiede nel nostro Comune se non qualche decina di euro al mese in meno, troppo poco per fare la differenza.
Perché abbiamo ritenuto che la proposta fatta non fosse di reale interesse per il comune e il nostro territorio? Il motivo più importante l’ho raccontato: tariffe non accessibili rischiano di fare della RSA uno scheletro vuoto, una struttura riservata solo alle persone più abbienti in un momento di estrema difficoltà per molte famiglie.
Ma non c’è solo questo. Il progetto sostenuto dalla precedente amministrazione si reggeva finanziariamente sulla vendita degli appartamenti residenziali a prezzi convenzionati che avrebbero dovuto essere edificati assieme alla RSA. Ciò significa che la RSA stessa, una volta divenuta di proprietà comunale, non avrebbe potuto essere finanziariamente autonoma. Infine la proposta della precedente amministrazione prevedeva che la garanzia per le banche fosse rappresentata dal terreno di proprietà comunale, di circa 12.000 mq, messo a disposizione quasi gratuitamente (5.000 €/anno senza rivalutazione) per la realizzazione della RSA. Insomma: il Comune si sarebbe assunto anche parte del rischio di impresa.
Per tutti questi motivi – tariffe troppo alte per gli utenti, mancanza di agevolazioni per i residenti, dubbia sostenibilità finanziaria della RSA – ieri sera in consiglio comunale abbiamo preso una decisione complessa, rifiutando il progetto a suo tempo proposto dall’amministrazione Bassani e avviando un percorso nuovo per portare sul nostro territorio una RSA. Perché questo punto lo voglio ribadire ancora una volta: non abbiamo deciso di rinunciare alla RSA, ma a un progetto che secondo il nostro punto non era interessante per il nostro territorio. Vogliamo però realizzare una RSA che sia davvero rispondente ai bisogni delle famiglie con anziani del Comune di Cornaredo.
Perchè nessuno si debba mai sentire solo
Oggi un anziano è spesso occupato nell’accudimento dei nipoti ed al contempo, secondo la propria indole, si impegna in attività di volontariato, ricreative, ludiche e culturali. Dall’altro lato i grandi anziani necessitano di tempi e ritmi più tranquilli, di essere tutelati in luoghi assistiti, dove potere condurre una socialità senza ansie nella dimensione del ricordo collettivo a contrasto della solitudine.
Ecco perché le risposte devono essere adeguate e coerenti al bisogno, non solo una mera erogazione di servizi ma una attenta valutazione, una puntuale programmazione ed una più completa progettazione complessiva. Le persone incontrate in questo periodo hanno espresso con chiarezza e determinazione le proprie richieste, spesso semplici ed immediate che esprimono una unica necessità: la riorganizzazione e l’adeguamento degli spazi e delle attività ad esse riservati.
La struttura del Melograno, cuore vitale dell’anzianità cornaredese, necessita di alcuni adeguamenti in termini innovativi (es. aria condizionata, diverso utilizzo delle sale,…) e, dati alla mano, potrebbe essere necessario prevederne l’ampliamento. Maggiori spazi quindi che possono ospitare: salette riservate agli ospiti dei mini-alloggi, sale dedicate agli anziani attivi, forme di residenzialità leggera in co-housing o, in alternativa, un centro diurno assistito.
Anche gli spazi esterni dovranno essere migliorati: tavoli all’ombra degli alberi nel parco, panchine e punti sosta nei percorsi che collegano al centro del paese ed ai servizi di pubblica utilità. Gli orti e la cura di alcune zone a giardino saranno oggetto di co-progettazione con i gruppi interessati.
C’è poi il grande tema della RSA che non può essere ridotto al semplicistico impegno della “posa della prima pietra” e di cui non abbiamo ancora visto dei progetti economici coerenti. La Residenza è un luogo dove si vive un tempo della propria vita – per questo fondamentale motivo la nostra RSA deve soddisfare appieno esigenze economiche e comunitarie, con rette sostenibili e garantendo una quotidiana apertura alla comunità che consenta alle persone ricoverate di mantenere attiva la relazione con i propri cari, gli amici e i conoscenti in spazi adeguati e protetti.
Il cerchio si chiude con un ultimo punto che è anche il punto dal quale ripartire ovvero un “Punto di Accoglienza Anziani” che ascolta, orienta, accompagna l’anziano e la sua famiglia ad individuare le giuste risposte ed infine restituisce, quale osservatorio privilegiato, una analisi evolutiva del bisogno quale utile monitoraggio per un costante aggiornamento progettuale.