Mese: febbraio 2015
Ripartiamo dalla scuola superiore
Come raccontavo nelle scorse settimane la prima cosa che avremmo chiesto a città metropolitana sarebbe stato un aiuto per risolvere la questione della nostra scuola superiore.
In questi mesi abbiamo incontrato consiglieri e dirigenti della nuova città metropolitana e abbiamo deciso di continuare a tenere alta l’attenzione lanciando come amministrazione comunale una raccolta firme, una petizione, per chiedere che il tema della scuola superiore venga discusso nel consiglio metropolitano e ci vengano date risposte ufficiali sulla situazione dei lavori e delle risorse stanziate nel bilancio di città metropolitana.
É un primo passo, che ovviamente temiamo non basti a risolvere la situazione. Crediamo però che grazie al coinvolgimento di tutti i cittadini e di tutte le forze politiche sia possibile lanciare un segnale forte e importante, ossia che questa situazione é intollerabile perché le risorse pubbliche, le risorse di tutti noi, non possono essere sprecate in questo modo per lungaggini burocratiche.
Come vi dicevo questa iniziativa non é di una parte politica. Abbiamo deciso come amministrazione di chiedere una mano ad ogni consigliere comunale, a tutte le forze politiche, perché crediamo che tutti siano interessati a risolvere questa situazione. Per farlo però abbiamo soprattutto bisogno della buona volontà di tutti i cittadini, dobbiamo raggiungere le 1.000 firme. Sarà possibile firmare presso la segreteria del Comune, le biblioteche e tutti i banchetti che le forze politiche decideranno di organizzare. Mai come questa volta c’é davvero bisogno del sostegno concreto di tutti.
Una RSA sì, ma accessibile a tutti e in sintonia col nostro territorio
Anche due anni fa la precedente amministrazione comunale ha provato a individuare un operatore interessato alla costruzione di una RSA da 100-120 posti, da ubicare nell’area di via Adamello a San Pietro all’Olmo. L’unico operatore che ha risposto alla richiesta non ha però presentato un progetto rispondente a quanto richiesto dall’Amministrazione, ma uno che prevedeva una RSA da 80 posti e un borgo assistito comprensivo di mini alloggi protetti e di un borgo residenziale. Un progetto però è utile leggerlo nei numeri, visto che – chi ha un parente in una RSA lo sa bene – una variabile importante sono le tariffe previste per i nostri anziani. Ed è proprio questo il nodo su cui ci siamo trovati in disaccordo già un anno fa, quando l’amministrazione del sindaco Bassani ha presentato il progetto in Consiglio comunale: il progetto infatti prevedeva una tariffa superiore ai 2.400 euro mensili IVA inclusa (con incremento indice ISTAT di anno in anno), senza agevolazioni significative per chi risiede nel nostro Comune se non qualche decina di euro al mese in meno, troppo poco per fare la differenza.
Perché abbiamo ritenuto che la proposta fatta non fosse di reale interesse per il comune e il nostro territorio? Il motivo più importante l’ho raccontato: tariffe non accessibili rischiano di fare della RSA uno scheletro vuoto, una struttura riservata solo alle persone più abbienti in un momento di estrema difficoltà per molte famiglie.
Ma non c’è solo questo. Il progetto sostenuto dalla precedente amministrazione si reggeva finanziariamente sulla vendita degli appartamenti residenziali a prezzi convenzionati che avrebbero dovuto essere edificati assieme alla RSA. Ciò significa che la RSA stessa, una volta divenuta di proprietà comunale, non avrebbe potuto essere finanziariamente autonoma. Infine la proposta della precedente amministrazione prevedeva che la garanzia per le banche fosse rappresentata dal terreno di proprietà comunale, di circa 12.000 mq, messo a disposizione quasi gratuitamente (5.000 €/anno senza rivalutazione) per la realizzazione della RSA. Insomma: il Comune si sarebbe assunto anche parte del rischio di impresa.
Per tutti questi motivi – tariffe troppo alte per gli utenti, mancanza di agevolazioni per i residenti, dubbia sostenibilità finanziaria della RSA – ieri sera in consiglio comunale abbiamo preso una decisione complessa, rifiutando il progetto a suo tempo proposto dall’amministrazione Bassani e avviando un percorso nuovo per portare sul nostro territorio una RSA. Perché questo punto lo voglio ribadire ancora una volta: non abbiamo deciso di rinunciare alla RSA, ma a un progetto che secondo il nostro punto non era interessante per il nostro territorio. Vogliamo però realizzare una RSA che sia davvero rispondente ai bisogni delle famiglie con anziani del Comune di Cornaredo.